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Massimo D'Amato

Alcuni progetti: le mostre fotografiche “Alberi e Acqua” (2018 – Comune di Fiesole) “AbbanDonarsi – Racconti nelle Residenze Assistite” (2015 – Azienda Sanitaria Firenze), “Lontano da Touba – Misticismo islamico tra Senegal e Italia (2012 – Università di Firenze), “Colori Diversi” (2009 – Unicoop Firenze – Anffas Firenze), “Ko phiripè e vaktesa – Rom macedoni e kosovari a Firenze” (2008 – Comune di Firenze), “Il Padule della Memoria – la strage di Fucecchio” (2004, Regione Toscana – Circondario Empolese/Valdelsa); i volumi storico/fotografici “La fabbrica di Boccadarno – Storia della Motofides a Marina di Pisa  (Felici Editore 2008), “Vite Narrate – Vicende e Passioni a Bagno a Ripoli nel ‘900” (Protagon 2008), “Un paese minerario e la sua cooperativa di consumo” (Polistampa 2008). Nel 2012 ha partecipato alla 1ere Biennale Internationale Casablanca con alcune immagini realizzate in Marocco.

“E lungo l’Arno clic sulle stagioni che passano” di Francesca Del Boca – Corriere Fiorentino, 27 luglio 2018: ….. un altro lavoro sempre incentrato sul paesaggio e sullo scorrere del tempo: Alberi e Acqua. “Ho scelto un punto a pochi chilometri da Firenze dove l’Arno  si allarga in una grande curva: intorno ad essa è nato “il Girone”. Lì, nel settembre del 2017, ho iniziato a fotografare. All’alba e al tramonto, di giorno e di notte, in primavera e in autunno: guardando il fiume è tangibile la trasformazione del tempo, soprattutto durante equinozi e solstizi”. Nasce così La Terra l’Acqua il Tempo, mostra-installazione che da stasera a domenica (19-23) abita le sponde del Girone nel parco di via delle Gualchiere. Alle fotografie di Massimo D’Amato si aggiungono i suoni di Massimo Liverani e i video di Duccio Ricciardelli e Marco Bartolini.

astrazioni del tempo

“Emozioni di vite nascoste” di Edoardo Semmola – Corriere Fiorentino, 11 maggio 2016: Testimonianze fotografiche, aneddoti e esperienze di vita, oggetti come il triciclo di Mario detto il boia. “E poi cassetti, comodini, mensole e ritratti -aggiunge D’Amato- ho cercato dettagli e sfumature che racchiudessero in sé una vita”. Oggetti difficili da trovare in una sala d’ospedale, spesso scarna. Ma alcuni celano ricordi, come le spazzole e i profumi di Leonia, classe ’21, che ha vissuto fino a 94 anni, e ripensava a quando aspettava il suo amato di ritorno dalla seconda guerra mondiale: “Non avendo la carta da lettere, mi scriveva le frasi d’amore sulle cartine delle sigarette, poi i parenti me le fumarono tutte”.

un cheick macedone e un cheick senegalese

“Quei Rom sono veri fiorentini” di Gaia Rau – la Repubblica Firenze, 1 marzo 2013: Vivono nella nostra città, ma li conosciamo pochissimo. E spesso quello che sappiamo è filtrato da pregiudizi, equivoci storici, malintesi reciproci. Ha lo scopo di accorciare le distanze il viaggio condotto dal fotografo Massimo D’Amato insieme all’antropologo Zoran Lapov e al mediatore culturale Demir Mustafa nei luoghi delle comunità Rom macedone e kosovara a Firenze. Il risultato è in mostra da oggi a Palazzo Nonfinito, sede della sezione di antropologia ed etnologia del museo di Storia naturale dell’iniversità. L’esposizione, intitolata “In cammino nel tempo – Ko phiripè e vaktesa” è promossa dall’Arci e ideata da Lucilla Saccà e Monica Zavattaro.

i feretri nel cimitero di Touba

“Viaggio fra i mistici senegalesi in Toscana” di Gaia Rau – la Repubblica Firenze, 22 aprile 2012: Un viaggio lungo cinquanta immagini da Touba, in Senegal, fino a Pontedera, lungo la rotta del Grand Magal, la principale festa religiosa delle comunità sufi mourid del Senegal, celebrata ogni anno il 18 di Safar, il secondo mese del calendario islamico, corrispondente al nostro gennaio. Lo raccontano gli scatti del fotografo e giornalista Massimo D’Amato, in mostra da domani a Palazzo Nonfinito, sede della sezione di antropologia ed etnologia del museo di Storia naturale dell’ateneo fiorentino. “Lontano da Touba. Misticismo islamico tra Senegal e Italia”, è il titolo dell’esposizione proposta dal dipartimento di Storia delle arti e dello spettacolo.